Ambasciatore D’Antuono: Possiamo svolgere un ruolo di primo piano nel percorso euro-atlantico della Georgia
Il diplomatico in un’intervista ad “Agenzia Nova” traccia un quadro di cosa lo attende nel corso del suo mandato, iniziato ufficialmente lo scorso gennaio
Le ottime relazioni in ambito politico ed economico possono consentire all’Italia di svolgere un ruolo di primo piano nel percorso euro-atlantico della Georgia. Lo ha detto l’ambasciatore d’Italia a Tbilisi, Massimiliano D’Antuono, in un’intervista ad “Agenzia Nova” volta a tracciare un quadro di cosa lo attende nel corso del suo mandato diplomatico, iniziato ufficialmente lo scorso gennaio.
“Le relazioni sono ottime, accompagnate da memorandum e accordi che disciplinano la cooperazione bilaterale. C’è una forte richiesta di Italia in Georgia: ci sono oltre 8 mila studenti studiano l’italiano come seconda lingua. Un fatto che dimostra una grandissima attenzione al nostro Paese e alla nostra cultura”, ha spiegato D’Antuono, che ha ricordato che “l’Italia è il terzo partner commerciale a livello europeo e il nono a livello mondiale; è il primo esportatore a livello di macchinari agricoli e il terzo globale dietro Cina e Turchia, tanto per fare un esempio di quanto il nostro Paese sia ben radicato”. Secondo l’ambasciatore, peraltro, “ci sono molti margini di sviluppo anche nel settore della difesa, della sicurezza e del contrasto ai traffici illeciti, di stupefacenti. L’anno scorso è stato estradato dalla Georgia un esponente di spicco della ‘Ndrangheta grazie alla cooperazione fra le forze di polizia italiana e georgiana”.
Insomma, “la cooperazione è altissima in tutti i settori e la sfida è riuscire a incrementarlo anche nella prospettiva di un Paese che ambisce a un’integrazione euro atlantica”, ha spiegato D’Antuono, che auspica di poter ospitare presto una visita istituzionale italiana di alto livello. L’ambasciatore ha ricordato che “il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si era recato a Tbilisi nel 2018, quindi diciamo che, scontando gli anni di pandemia, non è così grande il gap che ci separa da una visita di alto livello. La presidente georgiana Salome Zurabishvili è stata in visita in Italia nel 2022, così come il ministro degli Esteri georgiano ad aprile dello scorso anno per firmare con il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani il Memorandum sul dialogo di alto livello tra Italia e Georgia. Inoltre, il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli è stato qui l’anno scorso. Il mio auspicio è che ci siano nel prossimo futuro visite di alto livello, sia di ministri in Georgia che di rappresentanti georgiani in Italia. Questo è il nostro obiettivo e sto lavorando per questo, tenendo presente che è un anno complicato per tutti: ci saranno le elezioni europee, l’Italia ha il grosso impegno della presidenza del G7 e ciò limita le agende del nostro governo. Anche i georgiani hanno un anno complicato, a luglio si scioglierà il Parlamento e ci saranno le elezioni il 26 ottobre: di conseguenza le agende saranno determinate dagli impegni dalla campagna elettorale”.
In un contesto così vivace, l’ambasciatore si è detto convinto del fatto che ci siano “margini enormi di miglioramento della cooperazione in ambito geopolitico ed economico”. “È un Paese piccolo, con meno d 4 milioni di persone, che però è situato in un’area strategica, e può fungere da collettore fra est e ovest. I georgiani, peraltro, sono consapevoli del fatto che dovranno adeguare le loro politiche commerciali a degli standard europei anche per quanto riguarda i Paesi da cui si approvvigionano, oltre che quelli dove esportano”, ha detto D’Antuono.
“L’aspetto più interessante è quello delle infrastrutture. La Georgia è un punto di passaggio strategico per le merci che passano da Oriente e Occidente: lo stesso gas dell’Azerbaigian passa dalla Georgia, così come le merci che vengono dall’Estremo Oriente. L’instabilità contingente che si sta verificando nella rotta marittima nel Mar Rosso rende l’opzione terrestre nel Middle corridor (il progetto Trans-Caspian International Transport Route, noto anche come Corridoio di mezzo) oramai concretissima”, ha aggiunto l’ambasciatore. “I georgiani hanno sviluppato un programma di potenziamento delle infrastrutture e in questo senso ci sono delle grandissime opportunità per l’Italia che ha grande interesse partecipare a queste opere infrastrutturali per evitare che vadano ad appannaggio di Paesi terzi, in particolare quelli che guardiamo con sospetto in relazione a certe pratiche commerciali che adottano. D’altronde, diventa meno interessante per noi sfruttare questo corridoio se non garantiamo una certa neutralità”, ha spiegato D’Antuono, ricordando anche che “c’è un progetto di un cavo elettrico sottomarino – alimentato da fonti rinnovabili dell’Azerbaigian – dalla Georgia alla Romania e alla Bulgaria. Si tratta di un progetto enorme, da miliardi di dollari; inoltre, probabilmente si costruirà un nuovo aeroporto internazionale a Tbilisi e c’è il progetto del porto in acque profonde ad Anaklia”.
In relazione al percorso euro-atlantico della Georgia, l’ambasciatore ha ricordato che Tbilisi ha inserito in Costituzione tale orientamento, che è quindi una chiara convinzione del governo ma anche di tutta la popolazione, con sondaggi che mostrano un sostegno sino all’80-90 per cento. “L’Italia ha sostenuto quest’ambizione nei vari consessi a Bruxelles. L’Italia ha sempre sostenuto la Georgia anche a livello bilaterale e in partnership con altri Paesi ha aiutato le varie branche istituzionali ad avvicinarsi agli standard europei. L’Italia è stata leader in un progetto finanziato dalla Commissione europea nell’ambito delle misurazioni nell’ottica di un adeguamento agli standard europei. Nel comparto dello Stato di diritto abbiamo fornito dei contributi, per esempio tramite la Commissione di Venezia (organo consultivo del Consiglio d’Europa) che ha inviato dei pareri alle autorità di Tbilisi su una serie di normative. Inoltre, parteciperemo a un altro progetto finanziato dalla Commissione Ue sulle rilevazioni statistiche, così come nell’ambito della cooperazione di polizia. Insomma, ci sono una serie di collaborazioni che sono in atto e sono pressoché tutte finalizzate a portare sempre più vicina all’Europa”, ha spiegato D’Antuono.
L’ambasciatore fa anche un punto sulla situazione contingente nel Caucaso, una terra spesso devastata da conflitti, anche recenti. “Il Caucaso è una regione molto complessa: per quanto riguarda gli armeni la preoccupazione è un eventuale nuovo conflitto con l’Azerbaigian. La Georgia dall’inizio del conflitto ucraino non partecipa più al formato 3+3 sul Caucaso meridionale (Russia, Iran, Armenia, Azerbaigian e Turchia), mentre non ha per ora trovato seguito la proposta di una mediazione georgiana nel dialogo fra armeni e azerbaigiani. Per quanto riguarda il rapporto con la Russia, il governo in carica rivendica di essere riuscito a evitare che in Georgia si aprisse un secondo fronte oltre a quello ucraino facendo riferimento alle dichiarazioni di alcuni oppositori politici al governo, ma anche a livello esterno, secondo i quali a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina” ciò sarebbe potuto accadere. “Il governo ha rivendicato di aver evitato questo scenario che sarebbe stato costoso in termini economici e sociali”, ha detto D’Antuono.
“La Georgia rivendica questa sua decisione, anche rispetto alle due regioni di Abkhazia e Ossezia del Sud – di cui Tbilisi non detiene il controllo dal 2008 in seguito alla guerra con la Russia –, la questione non deve essere risolta con un conflitto militare, ma sulla base del dialogo e del negoziato nei formati esistenti”, ha proseguito l’ambasciatore. D’altronde, “la posizione geografica è un asset in termini di trasporto ma rende anche il Paese vulnerabile. Rispetto alla Russia, la Georgia ha deciso di non aderire al regime sanzionatorio imposto dall’Ue ma si è impegnata a fare in modo che il Paese non venga utilizzato come veicolo per aggirare tali sanzioni. Da un lato quindi solidarietà euro-atlantica e condanna all’invasione dell’Ucraina, ma allo stesso tempo consapevolezza del fatto che aderire al regime sanzionatorio contro la Russia avrebbe devastato l’economia georgiana a causa della continuità geografica. L’approccio della Georgia ha il valore di essere non aggressivo e concede una certa stabilità alla regione. L’Italia può certamente sostenere la Georgia nel percorso euroatlantico, perché più il Paese procede in tal senso, e più diventa un elemento di stabilità in un contesto regionale già di per sé abbastanza complicato”, ha concluso D’Antuono.
Link all’articolo – ww.agenzianova.com
03/04/2024