Anche i calciatori georgiani vogliono che la Georgia entri nell’Unione Europea.
Non sono mai stati così in vista per via della recente storica qualificazione agli Europei, e ora si sono uniti alle proteste contro la legge sugli “agenti stranieri” ispirata all’autoritarismo russo
In questi giorni in Georgia molte persone stanno protestando contro la proposta di legge sui cosiddetti “agenti stranieri”. La proposta prevede che i media e le ong che ricevono almeno il 20 per cento dei propri fondi dall’estero debbano registrarsi come entità che «perseguono gli interessi di un potere straniero». I manifestanti hanno paragonato la legge a quella che usa da anni la Russia per reprimere il dissenso e temono che, se approvata, possa compromettere la possibilità della Georgia di entrare nell’Unione Europea. Lo scorso dicembre ha ottenuto lo status di paese candidato a entrarci, ma per proseguire in questo percorso dovrà dimostrare di garantire il corretto funzionamento delle istituzioni democratiche e il rispetto dello stato di diritto.
Mercoledì anche diversi calciatori della nazionale georgiana di calcio si sono uniti alle proteste, postando sui loro profili sui social network messaggi contro il disegno di legge e a favore dell’ingresso della Georgia nell’Unione Europea. Il calciatore georgiano del Napoli Khvicha Kvaratskhelia, uno dei migliori della Serie A italiana, ha condiviso su Facebook la foto delle bandiere georgiana ed europea, scrivendo: «La via europea ci unisce, avanti in Europa e pace alla Georgia!». Anche il portiere georgiano del Valencia Giorgi Mamardashvili e il capitano della nazionale Jaba Kankava hanno condiviso contenuti simili. Kankava in una storia su Instagram ha anche scritto: «Fanculo la Russia!».
L’iniziativa è notevole perché è stata apparentemente coordinata (tanti calciatori hanno postato i contenuti nello stesso momento) e perché non è molto comune che i calciatori prendano posizioni politiche così esplicite.
Quando vengono identificati come “agenti stranieri”, i media, le organizzazioni, i politici e i giornalisti possono ricevere controlli più invasivi e limitazioni nei finanziamenti: in Russia la legge analoga a quella proposta in Georgia ha consentito di limitare l’attività di associazioni per i diritti civili, media indipendenti, oppositori politici e altro ancora. L’anno scorso il governo georgiano aveva già provato a introdurre una legge del genere, che però non era passata essendo stata contestata con grandi proteste popolari.
La nazionale di calcio della Georgia è in un momento di grande visibilità, forse il maggiore della sua storia, perché lo scorso marzo si è qualificata per la prima volta ai Campionati Europei di calcio, che si giocheranno in Germania tra giugno e luglio.
La Georgia confina con la Turchia e la Russia, si affaccia sul mar Nero e geograficamente sarebbe in Asia, ma essendo vicina all’Europa gioca le competizioni con la federazione europea, la UEFA (succede per molti altri paesi di quella zona). Anche per questo nell’ultimo periodo i calciatori della nazionale e la loro qualificazione hanno in qualche modo assunto un’importanza simbolica nel dibattito del paese sull’ingresso nell’Unione Europea.
La vittoria della Georgia nel decisivo spareggio ai rigori contro la Grecia ha creato enorme entusiasmo in tutto il paese. Adesso che anche i calciatori hanno preso una posizione nettamente europeista, molti sperano che la loro influenza possa aiutare le proteste a essere più incisive, attirando le attenzioni della politica locale e internazionale. David Kezerashvili, che fu ministro della Difesa georgiano ai tempi dell’invasione russa del 2008, ha detto che il loro appoggio «potrebbe rivelarsi un intervento decisivo, a poche settimane da quando milioni di persone sono scese in piazza per festeggiare la qualificazione a Euro 2024».
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18/04/2024