Georgia: tra governo e opposizione, spirale di ostilità.
Una prima mobilitazione post elettorale in Georgia relativa all’esito del voto e alla situazione dell’ex presidente Mikheil Saakashvili si è tenuta lo scorso 30 ottobre. L’opposizione ha poi invitato la piazza a riunirsi il 6 novembre per Saakashvili, in carcere e in sciopero della fame. Con quella che pare un’operazione per screditare l’ex presidente, poco prima della manifestazione, sono uscite dal penitenziario di Rustavi immagini che ritraevano Saakashvili che mangiava una purea. La spiegazione dell’ex presidente georgiano è stata che si stava effettivamente nutrendo di puree e succhi di frutta dal 30 ottobre su richiesta del personale medico del penitenziario, considerando che lo sciopero sta durando da circa quaranta giorni, ma che dopo questo scandalo non avrebbe fatto più nemmeno questo. Il problema relativo a questo video pubblicato dai media “per l’interesse pubblico che ricopre”, come ha precisato la Direzione del penitenziario, è che la stessa pubblicazione è violazione della privacy di persona in stato di privazione della libertà .
Dal 29 ottobre Saakashvili rifiuta anche l’assistenza medica, e le sue condizioni peggiorano.
Al centro delle richieste delle proteste e delle critiche anche in sede internazionale c’è sempre di più il trasferimento di Saakashvili in un ospedale civile. Su questo punto c’è un nuovo muro contro muro fra governo e opposizione: per il governo Saakashvili sarebbe dovuto essere trasferito in un penitenziario attrezzato per l’assistenza sanitaria. E così è stato fatto. Mentre di nuovo – lunedì 8 novembre – la piazza si stava radunando per una nuova mobilitazione, è giunta la notizia che Saakashvili sarebbe stato trasferito nella prigione di Gldani ove può essere seguito sotto il profilo sanitario.
Il motivo per cui il Movimento Nazionale Unito – MNU – e tutti quelli che si sono uniti alla protesta nonché molti osservatori anche stranieri – ha sollevato dubbi e rimostranze sull’opportunità di questa scelta è che non solo un ospedale civile è meglio attrezzato per le emergenze mediche (Saakashvili ha una patologia, oltre che essere in sciopero della fame), ma perché il penitenziario ospita nemici giurati dell’ex presidente, e per quanto il personale carcerario possa garantire in teoria l’incolumità fisica di Saakashvili, non può evitare che l’ostilità dei carcerati si manifesti.
E così è stato, all’arrivo dell’ex presidente la popolazione carceraria si è fatta sentire, con insulti ed improperi.
Temendo per l’incolumità dell’ex segretario e fondatore del partito, il MNU ha deciso che mentre la manifestazione del 6 novembre si era tenuta davanti al carcere a Rustavi, d’ora in avanti le proteste che dovrebbero essere permanenti si terranno sì a Tbilisi, dove si trova la prigione Gldani, ma lontane dalle mura carcerarie.
Le critiche
Il clima di crescente sfiducia verso il governo da parte dell’opposizione sta portando ad una nuova crisi post elettorale. Alla sfiducia interna si aggiungono le crescenti preoccupazioni internazionali per la stabilità del paese. Fra le tappe della crisi – che è sempre più anche fra il governo georgiano e i partner occidentali – va ricordata una lettera sottoscritta da diversi europarlamentari a favore di Saakashvili. Questa iniziativa è stata liquidata dal primo ministro Irakli Garibashvili come un’ingerenza nelle questioni interne del paese. Quest’ultimo ha aggiunto che si tratta di un’opera di fiancheggiatori di un sanguinario dittatore.
Il primo ministro, mai indicato come un moderato, sta contribuendo all’avvelenamento del dibattito pubblico. Interrogato sulle misure che intendeva adottare il governo per il peggioramento dello stato di salute di Saakashvili in carcere, Garibashvili ha esternato una bizzarra teoria sulla “libertà di suicidarsi”, dichiarando che “se una persona decide di suicidarsi, può farlo… lo stato non può certo esserne dichiarato colpevole”.
Parole giudicate inopportune considerando che la persona in questione è un ex presidente, che si dichiara prigioniero politico e che ci si aspetterebbe da parte del capo del governo un atteggiamento cauto nonché rispettoso di una significativa fetta dell’elettorato.
Tra le fila dell’opposizione Elene Khostaria ha duramente criticato il primo ministro ed ha iniziato a sua volta uno sciopero della fame. L’ambasciatrice americana a Tbilisi, Kelly Degnan, ha sollecitato il trasferimento dell’ex presidente in un ospedale ricordando al governo che “in tutti i paesi è il governo ad avere la responsabilità della protezione dei carcerati e di garantirne la salute e la sicurezza”.
Parlando a una conferenza organizzata dall’importante e attiva ONG georgiana GYLA, l’ambasciatore UE Carl Hartzell ha così riassunto la posizione dell’Unione: “Naturalmente, stiamo anche seguendo da vicino la situazione del terzo presidente della Georgia in carcere, in collaborazione con partner locali fidati come l’Ombudsperson. Fin dall’inizio, l’UE ha chiarito che il rispetto dei suoi diritti e il giusto processo legale sono fondamentali e sono sotto la piena responsabilità delle autorità georgiane. Questi diritti includono il diritto a essere processato in procedimenti giudiziari trasparenti, equi e dovuti e il diritto a un’assistenza sanitaria adeguata, nonché alla privacy e alla dignità in carcere. Il governo della Georgia dovrebbe compiere ogni sforzo per difendere pienamente questi diritti.”
Una spirale di accuse reciproche
Saakashvili sostiene di essere stato ingannato ed abusato, e che aveva accettato il trasferimento perché gli era stato detto che sarebbe andato in un normale ospedale civile, che all’arrivo è stato trascinato a forza fuori dall’ambulanza, che è vittima di pressioni psicologiche e minacce. La sua difesa sostiene che nessuno ha autorizzato questo trasferimento, in primis il detenuto stesso, e che adesso la sua vita è ancora più in pericolo. Il governo sostiene che non era possibile trasferire Saakashvili in un ospedale perché l’opposizione che ritiene sia sovversiva, violenta e rivoluzionaria avrebbe causato troppi disordini in un’area non sorvegliata. Per lo stesso motivo – cioè nell’interesse dell’ordine pubblico – a Saakashvili non è stato consentito essere presente all’udienza del 10 novembre per uno dei cinque capi di accusa che gli sono stati mossi dacché Sogno Georgiano è al potere, per due dei quali è già stato condannato. L’udienza di questi giorni è per abuso di potere nella repressione delle manifestazioni che esattamente quattordici anni fa avevano causato una profonda crisi politica, e il voto anticipato.
L’ombudsperson si è espressa due volte a tutela di Saakashvili, e in occasione del filmato reso pubblico dalla prigione di Rustavi, e per un trasferimento in un ospedale non circondariale, e per questo è stata tacciata da Sogno Georgiano di commistione con l’opposizione.
Una spirale di accuse, un meccanismo malato di ostilità e livore reciproci che ormai da anni ha ingolfato le istituzioni e l’intera vita politica georgiana e che in occasione delle elezioni mette a rischio la tenuta dell’ordine pubblico. E ora c’è il fattore Saakashvili, il cui pubblico martirio può solo seminare ulteriore disordine.
12/11/2021