L’artista Tamar Maglaperidze Dadeshqeliani all’Ambasciata Georgiana presso la Santa Sede celebra il valore del legame culturale della propria terra con il vino.

A Palazzo Ferrajoli abbinamento identitario tra la pittura ed il vino Georgiano.
A sinistra Tamar Maglaperidze Dadeshqeliani all’Ambasciata Georgiana presso la Santa Sede.

Alla presenza delle rappresentanze diplomatiche e degli invitati che hanno raccolto l’invito,  la principessa Bagration de Moukhrani Khétévane Ambasciatrice di Georgia presso la Santa Sede, ha presentato a Palazzo Ferrajoli un appuntamento che si inserisce nel calendario  di eventi dedicati al 30° anniversario delle relazioni diplomatiche tra la Georgia e la Santa Sede.

La serata ruotava intorno alla viticoltura Georgiana, aspetto fondante della cultura nazionale e capace di manifestarsi in tanti aspetti diversi e il tema si è svolto attraverso la doppia esperienza di una masterclass di pittura con il vino unita a una degustazione di questi vini.

La masterclass ha dato modo ai presenti di provare l’esperienza della pittura sul vino grazie alla presenza della pittrice Tamar Maglaperidze Dadeshqeliani, che ha sviluppato questa tecnica con risultati molto apprezzati ed esposti per l’occasione nelle sale dell’Ambasciata. L’Artista  oltre alla formazione all’accademia delle belle arti di Tbilisi, dove ha anche condotto corsi di pittura, può vantare all’attivo diverse mostre personali e collettive, e ha collaborato con diverse gallerie d’arte.

I suoi lavori trovano posto in diverse gallerie private di tutto il mondo, dalla Svizzera al Giappone, Germania, Russia, Stati Uniti ecc. Dal 2018 dipinge con il vino Georgiano,  ispirazione che nasce da una sua intensa frequentazione di quel periodo con il Kakheti, la zona più vocata alla viticultura e da cui proviene il 70 % della produzione totale delle uve. Una zona che, se è vero che il vino per la Georgia è ovunque un valore assoluto di primo piano, per il Kakheti rappresenta il vero e proprio genius loci.

L’artista utilizza diverse varietà di uve producendo le particolari pigmentazioni che compongono la sua personale tavolozza di colori, conferendo un fascino particolare alle sue opere in un processo che lei stessa definisce ancora sperimentale e in via di sviluppo e che ha mostrato agli ospiti guidandoli nell’uso pratico dei pennelli  e dell’uso del vino come elemento cromatico attraverso la masterclass.

Oltre all’artista l’altro protagonista della serata è stato naturalmente il vino Georgiano e il suo metodo tradizionale di vinificazione attraverso il Qvevri, il particolare vaso di terracotta ovale e interrato in cui avviene la fermentazione delle uve e che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità a partire dal 2013.

La varietà di bottiglie presenti al banco d’assaggio è il frutto dell’attività di 8 Millennium, importatore per l’Italia e nell’occasione rappresentata da Tamar Tchitchiboshvili. Una selezione di bottiglie già nota ed apprezzata dagli amanti dei vini Georgiani che frequentano gli eventi in cui sono presenti vini di questa tipologia e che per l’occasione ha ospitato anche le Cantine Andrea’s Wine e Tika’s Wine. A Quest’ultima con il suo “Saperavi”, vitigno rosso più diffuso a livello nazionale, è stata recentemente attribuita la medaglia d’oro al festival Internazionale di Sakura.

Come sempre da registrare la sorpresa di quanti per la prima volta hanno potuto fare la conoscenza di una viticoltura così diversa dalle vinificazioni tradizionali, che costringe a resettare i propri parametri degustativi per aprirsi alla loro comprensione.

Assaggi infatti per cui è molto più utile abbandonarsi apertamente senza tentare di ricondurre le sensazioni provate al bagaglio di esperienza fatto con altre tipologie di vini e che prossimamente anche il grande pubblico potrà approfondire partecipando all’evento Roma Wine Experience che ha previsto per loro una sezione dedicata.

23/05/2022

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