Libri sulla Georgia, per ripercorrere la storia secolare di un Paese ricco di fascino.

Quella della Georgia è una storia complessa e secolare, e oggi il Paese, e la sua capitale, Tbilisi, attraggono turisti da tutto il mondo. Negli ultimi anni, tra l’altro, sono stati pubblicati in Italia diversi interessanti romanzi di scrittrici e scrittori georgiani, firmati da autrici e autori come Nino Haratischwili, Nana Ekvtimishvili e…

L’ottava vita (per Brilka) – un’opera imponente, di ben 1200 pagine – vede al centro la famiglia Jashi, che deve la sua fortuna (e la sua sfortuna) a una preziosa ricetta per una cioccolata calda molto speciale, destinata a essere tramandata di generazione in generazione con una certa solennità. Gli ingredienti vanno maneggiati con cura, perché quella bevanda deliziosa può regalare l’estasi, ma porta con sé anche un retrogusto amaro… Al tempo degli ultimi zar, Stasia apprende i segreti della preparazione dal padre e li custodisce nel lungo viaggio che, da una cittadina non lontana da Tbilisi, in Georgia, la porta a San Pietroburgo sulle tracce del marito, il tenente bianco-rosso arruolatosi pochi giorni dopo le nozze. È convinta che quella ricetta, come un amuleto, possa curare le ferite, evitare le tragedie e garantire alla sua famiglia la felicità. Ma allo scoppio della Rivoluzione d’ottobre, quando il destino della stirpe degli Jashi cambierà per sempre, capirà che si sbagliava. Tra passioni e violenze, incontri, fughe e ritorni, sei generazioni e sette donne – da Stasia, nata nel 1900, a Brilka, che vedrà la luce nel 1993 – attraversano l’Europa, da est a ovest, fino all’inizio del nuovo millennio, inseguendo i propri sogni e arrendendosi solo alla Storia. Nella saga di Haratischwili Alla ricerca del proprio posto nel mondo, le discendenti del famoso fabbricante di cioccolato percorrono il “secolo rosso”, dando vita a una saga familiare avventurosa e tragica, romantica e crudele, in cui per il lettore sarà dolcissimo perdersi, e ritrovarsi.

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E veniamo a Vicino a una grande foresta (Bompiani, traduzione di Patrizia Managò) di Leo Vardiashvili, romanzo “potente, drammatico, grottesco”: la trama fa incontrare Saba, che era un bambino quando con il fratello Sandro e il padre Irakli lasciarono la Georgia, devastata dalla guerra civile, per cominciare una nuova vita a Londra. Eka, la madre, non è mai riuscita a raggiungerli. Vent’anni dopo Irakli torna a Tbilisi e scompare. Sandro va a cercarlo e scompare. Saba arriva nella città della sua infanzia, invasa dagli animali fuggiti dallo zoo, per ritrovare il padre che ha seminato indizi e messaggi elusivi: “Devo andarmene prima che quella gente mi prenda. Forse in montagna sarò al sicuro. Ho lasciato una traccia che non posso cancellare. Non seguitela”.

A guidarlo nella sua ricerca è un tassista, Nodar, confuso, alcolico Virgilio a sua volta ossessionato da una persona scomparsa: Natia, la sua bambina. Braccato dalla polizia, inseguito dai suoi fantasmi che si riaccendono uno a uno, Saba scoprirà che tutte le strade portano indietro, al cuore di un conflitto ancora in corso, verso i segreti custoditi dalle foreste della Georgia. Luogo concreto e simbolico, teatro di una guerra senza fine combattuta da un popolo che come tutti i popoli vuole sopravvivere, anzi, vivere, e insieme tenere con sé la memoria di persone e cose che non ci sono più.

Anche l’autore di questo esordio si è trasferito a Londra con la famiglia all’età di dodici anni, rifugiato dalla Georgia.

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Nato nel 1990, Iva Pezuashvili è uno scrittore, sceneggiatore e autore televisivo georgiano. Nel 2014 ha esordito in narrativa con una raccolta di racconti, a cui ha fatto seguito nel 2018 il primo romanzo, selezionato per tutti i principali premi letterari georgiani. Con La discarica – da poco pubblicato in Italia per Voland nella traduzione di Ruska Jorjoliani, si è aggiudicato nel 2022 il Premio dell’Unione Europea per la Letteratura.

La trama porta al 9 aprile 2017, giornata di commemorazione nazionale a Tbilisi. Gheno, eroe nazionale decorato dal presidente, trascorre con indolenza le giornate davanti alla tv a fare scommesse sportive. Mila, la moglie, lavora in un centro estetico e cerca di progettare un futuro senza di lui. E poi ci sono i due figli della coppia: Zema, arruolata nelle forze dell’ordine, che si è fatta le ossa in una società misogina e xenofoba, e Lazare, un adolescente appassionato di hip-hop che guadagna qualche spicciolo facendo consegne a domicilio… La discarica è un romanzo che si svolge nell’arco di ventiquattr’ore, dove i conflitti familiari si scontrano con i fantasmi del passato, sullo sfondo di una società in trasformazione.

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Restiamo in casa Voland per segnalare Il campo delle pere di Nana Ekvtimishvili (tradotto da Ruska Jorjoliani). C’è un orfanotrofio alla periferia di Tbilisi, nella Georgia postsovietica. Lo chiamano la “scuola dei ritardati”: nato per ragazzi con disabilità intellettiva, è ormai frequentato da orfani e figli di migranti, che vengono cresciuti tra abusi e negligenza. Tra loro c’è Lela, una giovane temprata dalla rabbia che, mentre progetta l’omicidio dell’insegnante di storia, sogna un futuro migliore lontano da lì, oltre il campo delle pere. Quando, ormai maggiorenne, può finalmente fuggire dall’incubo, Lela decide di restare, determinata ad aiutare chi è costretto a rimanere. Come il piccolo Irakli, convinto che la madre emigrata in Grecia tornerà per lui…

Scrittrice e regista classe ’78, l’autrice ha esordito proprio con Il campo delle pere, entrato nella longlist del Booker Prize 2021. Come regista, il suo lungometraggio In Bloom ha vinto premi ai festival di Berlino, Hong Kong, Tokyo, Parigi, Los Angeles e Sarajevo, ed è stato selezionato per gli Oscar 2014 come miglior film in lingua straniera.

link all’articolo – www.illibraio.it

05/08/2024

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