Viaggio in Georgia, sulle tracce dell’arte che è espressione di libertà. Tra gallerie, creativi e donne designer

I Greci la chiamavano “la terra del vello d’oro”, oggi nonostante le tensioni politiche, l’aria di Tbilisi, capitale della Georgia, è in continuo fermento creativo. Scopriamola attraverso i suoi talenti.
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Scorcio di Tbilisi con la fortezza di Narikala Tuul & Bruno Morandi

Viaggio in Georgia, tra arte, talento e coraggio. A Tbilisi i giovani creativi hanno fondato Fearless, una coalizione nata per sostenere il tessuto artistico locale ed è nato il primo studio di design al femminile

C’era una volta un giovane eroe che, a bordo della nave Argo, salpò dalla Grecia verso la lontana Colchide per ricondurre in patria il vello d’oro. Un’impresa ardita e pericolosa che Giasone, questo il suo nome, portò a termine dopo numerose peripezie, e soprattutto grazie al decisivo aiuto di Medea, giovane figlia del re della Colchide, che si
era perdutamente innamorata di lui. E che, colpo di scena, qualche tempo dopo avrebbe ucciso i loro stessi figli. Fu durante il mio primo viaggio a Tbilisi che lo realizzai: la mia eroina antica preferita – che, ai miei occhi, aveva il volto tragico e fiero della Callas pasoliniana – era originaria della zona, delle coste georgiane occidentali affacciate sul Mar Nero. Lo scoprii visitando il Georgian National Museum, su Rustaveli Avenue, la via principale della città. Al suo interno, una collezione sorprendente di gioielli unici al mondo, realizzati ben prima della diffusione del Cristianesimo. Bracciali, anelli, orecchini e
fibbie in oro zecchino, i più belli forgiati tra l’VIII e il III secolo
a.C., provenienti da quella che i Greci chiamavano, per l’appunto, “la terra del vello d’oro”.

Unopera dellartista Faig Ahmed.

Un’opera dell’artista Faig Ahmed.

La comunità artistica contro il clima sempre più conservatore.

Per un’amante della Georgia come me, è difficile pensare che quello scrigno delle meraviglie, insieme ad altri musei come la National Gallery – dove si trova la più ampia collezione pubblica di opere del pittore primitivista Niko Pirosmani (1862-1918) – abbia riaperto le sue porte al pubblico solo di recente. Dopo una chiusura di mesi, dovuta alle proteste scoppiate a seguito dell’approvazione della legge sugli “agenti stranieri” e al congelamento del processo di adesione del Paese all’Unione Europea. Nonostante il clima sempre più conservatore, le tensioni con la polizia e il rischio di multe salate, la comunità artistica si è subito unita alle proteste. Oggi, molti degli eventi culturali più significativi non si tengono in teatri o istituzioni, che sono spesso in sciopero, ma direttamente in strada, lungo Rustaveli Avenue.

Una sfilata del brand georgiano Berhasm

Una sfilata del brand georgiano Berhasm

Viaggio in Georgia: a Tbilisi il primo studio di design interamente femminile della Georgia

Le circa venti gallerie che alimentano il dibattito culturale di Tbilisi hanno unito le forze e hanno fondato Fearless, una coalizione nata per sostenere il tessuto artistico locale. E poiché cultura significa anche indipendenza e libertà di espressione, ciascuna galleria continua a lavorare con determinazione per garantire una programmazione continuativa, puntando anche su collaborazioni e presenze a eventi di rilievo internazionale. È il caso di Rooms Studio, fondato da Nata Janberidze e Keti Toloraia – il primo studio di design interamente femminile in Georgia – che alla Design Week di Milano ha presentato una collezione di vasi in collaborazione con Bitossi:
un progetto ispirato proprio alla resilienza così radicata nello spirito georgiano. O ancora di LC Queisser, tra le gallerie d’arte contemporanea più riconosciute di Tbilisi, che quest’anno ha presentato a Miart il lavoro dell’artista locale Tolia Astakhishvili – la stessa che realizzerà un grande intervento nella nuova sede veneziana della Nicoletta Fiorucci Foundation, aperta a maggio durante la Biennale Architettura. Nonostante i recenti avvenimenti, Tbilisi resta una città affascinante e sicura. Una di
quelle in cui noi italiani ci sentiamo subito a casa. Sarà per l’amore condiviso con i georgiani per la buona tavola. O forse per quell’architettura sincretica che conserva nel quartiere di Marjanishvili l’eleganza dell’Europa ottocentesca. O, ancora, per quella
sperimentazione creativa che spunta nei concept store sparsi per la città.

Installazione alla Gallery 4710 di Tbilisi.

Installazione alla Gallery 4710 di Tbilisi.

Demna Gvasalia

Demna Gvasalia

Jamie McCarthy

Demna Gvasalia, lo stilista georgiano, è diventato un punto di riferimento per un’intera generazione di fashion designer.

Quando si parla di moda e Georgia, il primo nome che viene in mente è Demna. Tra gli stilisti più influenti degli ultimi anni, con il suo stile dark e i volumi spropositati d’ispirazione post-sovietica, è diventato un punto di riferimento per un’intera generazione di fashion designer:
dalle sorelle Macharashvili, fondatrici di Mach & Mach, a Irakli Rusadze, che ha creato Situationist, da George Keburia ai nuovi nomi lanciati dalla Mercedes-Benz Fashion Week Tbilisi, i creativi georgiani fanno tesoro delle proprie radici per costruire nuove estetiche e linguaggi che parlano al presente. Oggi, un po’ come allora, il viaggio verso il vello d’oro non è semplice. I protagonisti
di questa avventura sono artisti, designer, stilisti e professionisti della cul tura. E se un tempo gli Argonauti salpavano alla ricerca di un tesoro nascosto nella Colchide, oggi quel tesoro brilla nelle idee, nei progetti e nelle scelte di chi ha deciso di restare. Per creare, resistere e raccontare.

Un oufit del designer e artista Uta Bekaia.

Link all’articolo – www.vogue.it

24/06/2025

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